Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/254

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quanti ne può additare Modena. Quattro cardinali di s Chiesa, Cortese, Sadoleto, Badia e Bertani, tutti pervenuti a quell’alto grado d’onore pel loro sapere, un Sigonio, un Cas tei vetro, un Falloppia, Francesco Maria Molza e Tarquinia di lui nipote, Paolo Sadoleto, Antonio Fiordibello, Gandolfo Porrino e moltissimi altri, de’ quali diremo nel decorso di questa Storia, tutti uscirono da questa citi;» che potò in molle altre destare ammirazione ed invidia. Non è perciò a stupire che in essa ancora si aprisse una tal accademia che non fu inferiore ad alcuna delle più illustri d’Italia, e che anche per le vicende a cui fu soggetta, è degna di special ricordanza, e tanto più che benchè molto abbiane detto l’immortal Muratori nella Vita del Castelvetro, possiam nondimeno aggiungere ancor qualche cosa alle ricerche di sì dotto scrittore. Il primo a darne l’idea fu Giovanni Grillenzone cittadino e medico modenese, di cui bellissime son le Memorie lasciateci dal Castelvetro, e dal Muratori date per la prima volta alla luce (Vita del Castelv. p. 8, ec.). Erano sette fratelli, cinque de quali avean moglie e più figli, e pur tutti dopo la morte del padre, accaduta nel 1518, abitavano nella medesima casa, e per opera di Giovanni, il qual però non era il maggiore tra essi, viveano in ^4° LIBHO una degli 8 d aprile del iGi5, in cui rende grazie a quegli accademici clic l’abbiano ascritto al lor numero. Ma di essa diremo a suo luogo. XII. Poche fra le città italiane di questo secolo vantano un sì gran numero d’uomini per valor nelle lettere e nelle scienze eccellenti,