Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/266

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accademie quella degli Apparenti di Carpi, la quale il Quadrio crede probabile che fosse in questo secol fondata, al tesa la protezione e il favore di cui i Pii, che al principio di esso erano ancor signori di quella città, onoravan le lettere, e il gran numero che ivi fu di colti ed eleganti poeti (t. 1, p. 61); e quella di Cento, che allora apparteneva a duchi di Ferrara, e ove nel secolo stesso era una fiorente accademia detta del Sole (ivi p. 63). XVII. Grande fu il numero di accademie ch’ebbe in questo secol Venezia, ove Aldo Manuzio, come si è detto altrove, aveane dato sul finir del secolo precedente il primo esempio. Io non farò che accennare quelle della compagnia della Calza, de' Platonici, de Pellegrini spesso lodata nelle opere di Antonfrancesco Doni che ne racconta ancora l origine (Libreria p. 63, ed. feti. i 55o; Marmi par. 2, p. 24, ec., ed. Veli. 1002) (*); degli Uniti, pellegrini. Dice che fu ad essa introdotto dal cavalier Gaziioli, e che ne vide l’insegna, cioè, Prometeo, che colla fiaccola anima la figura da se formata, aggiuntovi il motto: Per questo a miglior vita trasformati; e che ciò accadde nel 1543, mentre n’era principe il conte Tedaldo Canossa. Quindi lodando i loro esercizi, aggiugne: e di pili con leggiadre Comedie, con sontuoii Convili, e con famosissime composizioni.... cercate mai sempre di trattenere le nobilissime Reggiane, c fate la lor gloria più serena e più chiara del Sole. Ma il non trovarsi di questa accademia alcun’altra memoria. ci fa credere ch'ella avesse assai breve vita. {*) Un bel monumento dell’accademia de’ Pellegrini trovasi in questo ducale archivio. Esso è una loro lettera stampata e scritta da Venezia a’ 27 di aprile del 1 "(>3