Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/265

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primo a5i delle tre lingue, a scrivere e a perorare in esse, a interpretare e ad illustrare non solo i poeti, ma gli oratori ancora e gli storici, e gli scittori antichi di qualunque altro argomento; talchè questa accademia sotto la direzione di quel valentuomo rivolgevasi con uguale premura a qualunque sorta di seria e di piacevole letteratura, e in ciascheduna di esse davano a gara gli accademici felici pruove del loro ingegno. Circa il 1570, essendo essa per le consuete vicende ridotta a scarso numero, fu rinnovata, e, lasciato l’ antico nome, prese quello de’ Politici. Ad essa dedicò nel 1580 le Rime di Francesco Denalia stampate in Bologna L'iridio Vitriani, il quale nella lettera ad essa diretta ne fa grandi elogi. Finalmente verso il 1587 cambiò di nuovo nome, e a quel de’ Politici sostituì quello degli Elevati. Di quest’accademia, e di altri più illustri accademici di essa ha scritta la Storia Giovanni Guasco, stampata in Reggio nel 1711 (*). Aggiuguiamo a queste (*) l)i un'altra accademia eretta in Reggio, e detta de Trasformati, ci dà notizia un raro e curioso libro di M. Pietro Martire Scardova canonico reggiano, stampato in Parma nel 1550, e con titolo capriccioso intitolato l 8. Troppo, con allusione a una donna detta t) Itavi a da lui amata l‘!sso è dedicato dall autore alli Mag. Signori Trasformati, de’quali parlando dice: Sono già alcuni anni, che sulla pietra delle virtù fondaste la vostra dotta Accademia, la (quale e per le Lettere Greche e Latine, e per l altre infinite Scienze, che compiutamente sono in voi p e eh1 io non le potrei annoverare ad una, è divenuta tale, che ben può stare al paragone di quante hoggidì siano onorate da più elevati spiriti o dagli ingegni a più saggi e più