Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/303

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pnuwo 289 XXIX. Rimane a dire delle accademia fondate nelle città che ora costituiscono il dominio della real casa di Savoia. Il Quadrio accenna quelle de’Solinghi e degl’Impietriti in Torino. Ma nè egli, nè alcun altro scrittore, ch’io sappia. di questo argomento ha avuta notizia di un’altra assai più rinomata che verso la fine del secolo si raccolse nella stessa città per opera del duca Carlo Emanuele figliuolo e successore di Emanuel Filiberto. Io ne ho trovata menzione in una lettera di Bonifacio Vannozzi scritta da Torino circa il i585 {a): L'Altezza di questo Serenissimo di Savoia, scrive egli (Leti. (a) Prima di questa accademia un’altra aveane avuta Torino, sconosciuta essa pure finora, e scoperta pochi anni sono dal ch. sig. Vincenzo Malacarne ora professore di chirurgia nell’università di Pavia. Di essa si parla a lungo in un opuscolo del celebre Atanasio Germonio intitolalo Pome ridianae Sessioncs stampato in Torino nel 1580, di cui si è dato un lungo estratto in questo Giornal modenese (t. 39, p. 193, ec.). Avea essa dal famoso giureconsulto Papiniano presso il nome; e benchè fosse principalmente diretta a coltivar gli studj legali, non trascurava perciò que’dell’amena letteratura, e opponendosi ad alcuni i quali avrebbon voluto sbandir dalle scienze la lingua latina, avea fatta, legge che di essa sola si facesse uso. Era essa fondata almen fin dal 1573, come ha poi scoperto lo stesso sig. Malacarne in un altro libro in quell’anno stampato, che contiene alcune Poesie latine dello stesso Anastasio, di Rodomonte di lui fratello e di alcuni altri in lode dell’ Accademia papiniana. Uno de principali ornamenti dell’accademia era Guido Panciroli, allora professor di legge in Torino, e forse dopo la partenza ch’egli ne fece nei 1 '>82, essa venne meno e cessò, poichè non ne troviamo più alcun’altra menzione. Tìrahoscui, Voi X.