Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/318

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3o4 LIBRO parecchi passi più oscuri. Il Calendario romano fu da lui prima d’ Ogni altro trovato e dato in luce per mezzo di Aldo suo figlio nel i5G(» insieme con due operette ch’egli vi aggiunse, una intitolata De ve te rum dicrum radane, l’altra Kaleni lari i Romani explicatio (Fos carini. Letterat Venez. p. 378). Avea egli formata l idea di una grande opera in cui pensava di rischiare tutto ciò che alle romane antichità appartiene; ma da altre occupazioni distoltone, ne diè solo un saggio col libro delle Leggi romane da lui pubblicato in Venezia Panno 1507 (a), c dedicato al cardinale Ippolito da Este, e alcune altre parti dell’ opera stessa già distese da Paolo furon poi pubblicate da Aldo. Egli innoltre fu il primo a formar raccolta di Lettere di diversi così italiane come latine, e delle prime diede in luce in diversi tempi tre libri dal 1542 al 1564 (V Fontanini colle note del Zeno, L i,o. 1^9), delle seconde pubblicò un libro nel 1556. Al par di queste raccolte sono pregevolissime le Lettere che abbiamo dello stesso Manuzio nell’una e nell’altra lingua. Dodici sono i libri delle latine più volte stampati; dalle quali ben si conosce quanto studio avesse fatto il Manuzio sulle opere di Cicerone, e quanto felicemente ne imitasse lo stile. Lo (a) Del libro delle Leggi romane stampato dal Manuzio nel l'i'i’j si hanno diversi esemplari con molte diversità dall’uno alt altro, singolarmente dopo la pagina 73, in cui si osserva un cambiamento totale, il che pruova che due edizioni ei ne fece in quell’ anno medesimo, e la seconda più corretta e più accresciuta della prima.