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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/322

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3o8 LIBRO pure il Barri dà il nome di Cornacchia spennata, perchè egli ancora se ne facesse bello; e che Aldo di fatti, benchè, com’egli dice, quasi ancora fanciullo, divisa l’opera in più parti dedicate a più cardinali, la pubblicò qual sua, ritenendo però il titolo medesimo che il Parrasio le avea dato (Cl Viror. Epist. ad P. Victor. t. 2, p. 108). E questa accusa ripete lo scrittore medesimo in una sua opera (De Situ et Antiq. Calabr. l. 2, c. 7). Egli è il solo che rinfacci al Manuzio sì grave delitto; e nell’atto stesso di rinfacciarlo, ci fa vedere la falsità dell’accusa. L’opera del Parrasio fu pubblicata la prima volta da Arrigo Stefano nel 1567, e nella lettera da lui premessa a Lodovico Castelvetro ci dice di averla avuta non già dal Manuzio, ma dal Giova, uomo erudito di quell’età, di cui si trova menzione in varie lettere del medesimo tempo. Ma diasi pure che il Giova avessela dal Manuzio. L'opera del Parrasio, secondo il Barri, eya in venticinque libri, e dovea perciò essere molto voluminosa. Or ciò che abbiamo sotto il nome di esso, è un picciol libro; e picciolo parimente è quello di Aldo sotto il medesimo titolo; sicchè amendue insieme appena possono formare una picciola parte della grande opera che al Parrasio si attribuisce. Perchè dunque il giovane Aldo non si appropriò il rimanente? Innoltre se Paolo diè quell'opera al figlio, perchè la divolgasse qual sua, ei doveva almeno avvertirlo che ne cambiasse il titolo; altrimente veggendo il titolo stesso usato prima dal Parrasio, poi da Aldo, poteano alcuni sospettare che questi avesse copiato il primo. Nè