Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/335

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primo 3ai AI. Prima elio Sisto V concepisse sì bella idea, un’altra aveane formata e felicemente eseguita il cardinale Ferdinando de’ Medici, cioè quella di aprire una stamperia di caratteri orientali# in cui si venissero pubblicando quei’ libri scritti in quelle lingue medesime che giovar potessero ad istruire i popoli dell’Oriente, e a ricondurli sul sentiero della salute. Copiose notizie di questa stamperia si posson leggere ne’ Ragionamenti del Bianchini intorno a’ Gran Duchi di Toscana (p. 51, ec.), e in una lettera del ch. can Bandini (Novelle lett. 1772, p. i-jijec.), i quali adducono le testimonianze degli scrittori di quei’ tempi. Io ne accennerò solo le più importanti, che basteranno a mostrare quanto f'osser vasti i disegni di quel gran principe. Gregorio XIII, che non pago di profondere immensi tesori a vantaggio ed a gloria della Religion cristiana, procurava ancora di accender negli altri il medesimo zelo, fu il primo ad ispirarne il pensiero al cardinale Ferdinando, e a tal fine il dichiarò protettore dell’Etiopia e de’ due patriarcati d’Alessandria e di Antiochia, affidando a lui in tal modo la salvezza di quelle sterminate provincie. Il cardinale, degno erede de’ suoi maggiori, si accinse tosto all’impresa in tal modo, clic piò 11011 si sarebbe potuto sperare dal più potente sovrano. Nella Siria, nella Persia, nell Etiopia e in varie altre provincie dell’Oriente mandò esperti ed eruditi viaggiatori, e tra essi singolarmente i due fratelli Giovambattista e Girolamo Vecchietti fiorentini, e di essi e di più altri si valse a raccogliere c a trasportare a TutÀBoscui, Voi X. 21