Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/345

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PRIMO 33I ,4 Clemente Tril Pont. Max. magni/ice inceptam h'ibliothecam, inchoatam tamen, imperfectamque relictam absolvis, ac magnis sumptibus aedificas, nec ornarnentis tantum ipsjus pompaeque indui gè s, veruni etiam illam sedulo supples accurata librorum conquisitione, con**erisquc illue omnes, qui ad te amatorem summum ipsorum ab iis. qui tibi gratificari cupiunt, deferuntur (Epist. p. 24 Il che pure egli ripete in un’altra del 1568, scritta al cardinale Ferdinando, in cui esalta la sollecitudine e la premura di Cosimo nel radunar da ogni parte i più pregevoli libri, e nel condurre al suo termine la stessa biblioteca (ib. p. 158). Ma la maggior lode di Cosimo si è l’ ottimo uso ch ei fece de’ suoi libri medesimi, permettendo agli eruditi il valersene per confrontare e correggere l edizioni degli antichi scrittori, e animandogli a dare in luce quelle opere inedite che ivi stavan nascoste, c che potean giovare alle scienze; fra le quali dee nominarsi singolarmente l’edizione delle Pandette fatta per comando di Cosimo da Lelio Torelli nel famoso codice di esse già trasportato da Pisa. I due figliuoli e successori di Cosimo, Francesco e Ferdinando, seguiron gli esempii del padre, e di molti altri codici accrebbero la Laurenziana, che per tal modo giunse presto a tal fama, che fu considerata, in ciò che appartiene a’ codici manoscritti, come una delle più illustri d’ Europa. E ne è pruova il Catalogo de’ detti codici, di cui oltre quello degli orientali datoci dal can Biscioni, abbiam già avuti tre tomi de’ greci, e tre de’ latini con molta fatica e con