Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/358

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I ^44 * LIBRO Pietro Bembo, di cui parla il Beccadelli nella Vita di esso, accennandone fra le altre cose i due antichissimi codici di V irgilio e ili Terenzio, che or sono nella Vaticana, alcuni fogli originali di Francesco Petrarca, i libri di Poesie provenzali e più altri in ogni lingua, sì stampati che manoscritti, da lui con grandissima spesa raccolti (V. Raccolta di'gli S/or. Ven. /. 2, pref. p. 40). Molti altri codici di questa insigne biblioteca rammenta Apostolo Zeno (In notis ad Vit. Bembi, per Jo. Casam, ib. p. 15); il quale aggiugne che molti di essi passarono poscia nella biblioteca d' Urbino, e di là nella Vaticana. Pier Vettori accenna quella del cardinale Niccolò Ridolfi, e la dice ricchissima di antichi libri, da lui con grandi spese e con sommo ardore raccolti (Epist p. 26 >. Ridolfo Pio, nipote del celebre Alberto signor di Carpi, fatto cardinale da Paolo III nel i53(>, onoralo di ragguardevoli cariche, e per le sue virtù e pel suo saper celebrato dagli scrittori di que tempi, e da molti ancora creduto degno di essere sollevato alla cattedra di S. Pietro (V. Epist. Cl. Viror. ed. ven. 1568, p. 137), e morto nel 1564, ebbe egli ancora una assai copiosa biblioteca, di cui fanno menzione e il cardinale Sadoleto in una sua lettera del 1535 (Epist. Famil. t. 2, p. 280 ed. Rom.), e il suddetto Vettori (l. c, p. 39), che da essa ebbe un codice di alcune opere di Clemente Alessandrino. In essa era fra gli altri il famoso codice di Virgilio emendato nel quinto secolo dal console Turcio Bufo Aproniano, che or