Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/362

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348 LIBRO CALCAGNINVS AP. S. PROTON. I V. DOC. ET CANON. FERRARI KN. Di tutte le quali notizie io son debitore al ch. sig. co Gneo Ottavio Boari che gentilmente me l’ha trasmesse. Il Lomejero (De Biblioth. c. 10), e dietro lui tutti quasi gli Oltramontani che trattano delle biblioteche, e gli Enciclopedisti ancora, affermano che questa biblioteca è ancora ornata di statue, di medaglie, di bronzi e di altre antichità di tal sorta raccolte da Pirro Logorio. Ma tali ornamenti nè sono ivi, nè ivi mai sono stati; nè io so onde abbia avuto origine un tal errore. A questa pubblica biblioteca deesi aggiugnere quella de’ Carmelitani nella stessa città di Ferrara, cominciata già, come nel precedente tomo si è detto, nel secolo xv, e poscia in questo accresciuta di molto. e fabbricata di nuovo dal famoso teologo di quell’Ordine Giammaria Verrati. Gran copia di libri ivi parimente raccolse Bartolommeo Ferrini, in lode di cui abbiam l' orazion funebre di Bartolommeo Ricci, che assai n esalta gli studi singolarmente di poesia italiana, e dice innoltre, ch’egli, avuta per testamento la biblioteca di Bonaventura Pistofìlo stato già suo maestro, aveala poi con grandi spese accresciuta, raccogliendo libri da ogni parte colla direzione di Gregorio Giraldi, e facendogli ancor legare con molta eleganza: In Biblioteca autem sibi costituenda, Dii boni, quid non impendit? cui unquam sumptui pepercit, cum liber aliquis nobilis editus esseti! Omnium librariorum indices adibat, quos bono nomine in illis libros offendissct, ad Gregorium Gjraldum