Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/367

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primo 353 abbia fissato il suo soggiorno in quella città. ove la compagnia di dottissimi uomini che ivi sono, potrà essergli di gran vantaggio (Lettere di diversi, Ven. 1564, l. 3, p. 63). Nè andaron deluse cotali speranze. Nel 1561, quando il Pinelli non contava che 26 anni di età, il Ruscelli scrivendo a Filippo II, ed esponendogli il bisogno di destinare chi scrivesse la Storia di Carlo V con quella dignità e con quell'eleganza che a sì grande soggetto si conveniva, Fra i due più opportuni a tal uopo, propose il l’incili, e ne fece questo magnifico elogio: Dopo lunghissima, considerazione, ch io ho fatta sopra tal bisogno, mi sono finalmente fermato coi pensiero in Giovan Vincenzo Pinelli il quale per padre è della Pinella, e per madre della Bava schiera, case onoratissime in Genova (ove io soglio dire, che la natura non produce cosa se non perfetta) et onoratissime parimenti in Napoli.... Questo gentiluomo si è poi fin dalla prima sua fanciulezza venuto nudrendo negli studi con tanta felicità, che quando non dovea passar foi'sc i diciasette anni, erano per avventura in Italia pochissimi di età matura, che l avanzassero, e molto pochi, che l agguagliassero nella cognizione delle lingue megliori e delle scienze. Di modo che, per tacer io di molte altre cose in questo proposito, Bartolommeo Maranta de primi Medici e Filosofi di Europa... si tenne fin d allora di accrescere grandissimo splendore ad un bellissimo libro di esso Maranta in lingua Latina con dedicarlo) al già detto Gentiluomo, così giovanissimo di anni, come già vecchio pieno di scienze, di Tiraboschi, Voi X. a3