Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/371

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PRIMO 357 e molte di esse furono da pescatori impiegate o a chiudere i forami delle lor barche, o invece di vetri alle loro finestre; finchè il vescovo di Fermo raccoltine, come potè, gli avanzi, questi furon mandati a Napoli, ove pur giunse il restante di quella biblioteca, benchè già in gran parte dissipata e dispersa. Essa fu poi comperata dal cardinale Federico Borromeo, il quale per ottenere che gli fosse venduta, e per vincerla sopra i molti avidi compratori che si facevan innanzi, pagò fino a 3400 scudi d’oro (Bosco., 1. cit); la qual somma sborsata per una piccola parte, può farci conoscere qual fosse il valore di tutta quella biblioteca. XXI. Miglior fu il destino di quella di Fulvio Orsini romano, di cui abbiamo l’elogio nella Pinacoteca dell’Eritreo (pars 1, p. 9, ed. Lips. 1692), e la Vita più lungamente scritta da Giuseppe Castiglione d’Ancona, stampata in Roma nel 1657. Ei fu per nascita illegittimo, e benchè dapprima allevato splendidamente. insorte poscia gravi discordie tra’ genitori, sarebbe forse rimasto privo di educazione, se Delfino Gentile romano canonico della basilica Lateranense, scorto il felice talento di quel fanciullo, non avesse preso a istruirlo nelle lingue greca e latina, e nello studio delle antichità, delle quali era egli assai intendente. Cresciuto negli anni, entrò successivamente al servigio dei’ cardinali Ranuccio, Alessandro e Odoardo Farnesi, e la lor protezione gli diede agio e di raccogliere gran copia di libri, e singola! mente di codici antichi, e di valersene a suo