Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/374

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XXII Munifirrn >.i de’ Mrdiri nel ta. • ro^lirtr li aulirliiù. 3Go liduo monumenta aut primus edidit, aut edita dedit meliora, areta cu/n Oc Inviano Pantagatho, (in bri eie Faemo, Latino Latini o, Paulo Manu-j Èro studioru/n consensione conjimetris, oc praei cipue curri Antonio Angustino, qnanuliu Ramni fi Ut, cu/us, postfjuam in Hispaniam dìscessif, pi uri mas lucubrationes sua industria illustratis p ub li cavi t: in farnitia Alexantlri Farnesii Cardinalis eximii Litteratorum fautoris din vij'it, et septuagenarius ineunte Majo obiit, ad D. J«anni s Lateranensis, cujus Sacri Collegi era: sodali s, sepultus. XXII. Nel tempo medesimo che in ogni parte d’Italia si andavano raccogliendo codici e libri, e si formavano tali biblioteche che anche al presente risvegliano l'ammirazione e l'invidia degli stranieri, col lusso e coll’ardore medesimo si andava in traccia di medaglie, di statue, di cammei, d’iscrizioni e di altri cotali venerabili avanzi dell’ antichità più rimota. l)i ciò ancora dobbiamo a questo luogo trattare, riserbandoci a fare altrove menzione di quelli che presero scrivendo o ad illustrare le antichità stesse, o a prescrivere leggi per accertare il valore e per discerner le merci vere dalle supposte. E qui parimente deesi prima d ogni altro ragionare de’ principi che saggiamente crederono i lor tesori ben impiegati nel far tali acquisti. Tra essi non v’ebbe chi andasse più oltre nella magnificenza, che i gran duchi di Toscana. Cosimo, Pietro e Lorenzo nel secolo precedente ne avean data loro l’esempio; e abbiam veduto a suo luogo, quanto gran copia di antichi monumenti d’ ogni maniera essi avesser raccolta.