Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/38

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^4 LIBRO favorirne e in premiarne le fatiche e gli studiAlfine di dilatar maggiormente lo studio della i lingua greca per mezzo del poc’ anzi nominato Giovanni Lascari, fece venir di Grecia molti giovani scelti, e raccoltigli in Roma in un seminario provvidegli d’ogni cosa, sicchè più agevolmente potessero coltivare gli studi (J uld Poetica l. 1). Non perdonò a spesa per raccogliere da ogni parte le opere inedite di antichi scrittori, e per eccitare in tutti un ardente 1 brama di far fiorire le lettere. In ter ceteras cu- 1 ras, dice egli in una lettera che a nome di lui I scrisse il Sadoleto a Francesco Rosa (Sailol. I Epist Pontif, p. 68, ed. rom. 1759)), quas in 1 iute hitnianariiin rerum curatione divinitus no- 1 bis concessa, subimus, non in postremis hanc! quoque habendam ducimus, ut Latina lingua 1 nostro Pontificatu dicatur facta auctior, et bonarum artium cupi dis ad ma.virnos in dis ci ¡diti is progressus non mediocrem aportatam fuisse opem. Idcirco nulli parcendum ducimus imperisele y ut ce te re s Scriptorcs ubinue gerì tinnì diligentissime inquirantur, et ad nos deferantur. Le magnifiche fabbriche da lui fatte innalzare, e quella singolarmente della basilica Vaticana da lui con grande ardor proseguita, ed i premj liberamente accordati a tutti i professori delle belle arti fecero che insiem con quel di Leone | fossero all immortalità consecrati i nomi de’j Tiziani, dei’ Rafaelli, de’ Buonarroti e di tanti altri pittori, scultori e architetti, i cui nomi non si possono ricordare senza un sentimento di ammirazione insieme e d’invidia. Ma ciò di che Leone dilettavasi principalmente, era la