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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/435

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SECONDO ^21 nella Slorìa del Cardinal Pallavicino (l. i, c. uò). Il zelo dell’ Aleandro sembrò eccessivo e trasportato ad alcuni, e principalmente ad Erasmo, e ne venne quindi la nimicizia che quegli gli dichiarò, e le ingiuriose espressioni con cui ne scrisse, benchè poscia di nuovo con lui si riunisse. Morto frattanto Leon X, e succedutogli Adriano VI, l’Aleandro con lui venne in Italia. Clemente VII gli conferì nel 1524 l arcivescovado di Brindisi, e inviollo suo nuncio al re Francesco I, che allora era coll esercito in Italia, e con cui VAleandro trovossi a grande pericolo nella famosa battaglia di Pavia, nè senza sborso di molto denaro potè camparne la libertà e la vita. Io non mi stenderò a narrare minutamente le altre legazioni che a lui furono affidate e da Clemente VII e da Paolo III, il quale fra le altre cose lo aggiunse a" quattro cardinali, Contarini, Caraffa, Sadoleto e Polo, che formavano la congregazione destinata alla riforma della Chiesa. Credevasi che nel 1536 ei dovesse aver l’onor della porpora; e bellissima e piena di encomii per l Aleandro è la lettera che il Sadoleto scrisse a Paolo, modestamente dolendosi che un sì grand' uomo non avesse avuto il premio tanto da lui meritato (l. c t. 2, p. 458). Ebbelo finalmente nel 1538, e Paolo compensò il ritardo coll aggiunta di un nuovo onore, destinandolo uno dei presidenti al concilio, che allora era stato intimato in Vicenza. Ma differitosi questo ad altro tempo, fu l Aleandro di nuovo inviato in Allemagna, donde tornato a Roma, mentre aspetta la convocazione del concilio, finì di vivere a1 3i di