Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/436

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423 LIBRO gennaio del i54a. Ei lasciò per legato la sua biblioteca a’ Canonici del monastero di s Maria dell Orto, che poi seco loro la ti asportarono a S Giorgio in Alga, ma or più non se ne vede vestigio. Poco e ciò che dell Aleandro si ha alle stampe, cioè alcune lettere, alcune Poesie, un Lessico greco, e qualche altra operetta ad ammaestramento in questa lingua. Più pregevoli assai sono le Lettere e le Memorie inedite di esso che si conservano nella Vaticana ed altrove; la maggior parte delle quali appartengono alle cose da lui operate contro de’ novatori, e gli argomenti di cui valevasi a impugnare le loro opinioni e a scoprire le loro frodi; delle quali, e di altre opere dell Aleandro, che or son perite, veggansi i due scrittori al principio accennati, presso i quali più altre notizie si troveranno intorno a questo grand' uomo da me per amor di brevità tralasciate. Vi. Io lascio in disparte le legazioni del cardinale Lorenzo Campeggi, e del vescovo di Feltre di lui fratello, perchè di essi parlerem nel trattare degli studi legali; e quelle di alcuni altri che o non hanno diritto ad entrare in questa Storia, o debbono ad altro luogo essere rammentati. Io passo ancor sotto silenzio alcuni altri teologi che sul principio delle nascenti eresie ad esse si opposero, come Cristoforo Marcello patrizio veneto e arcivescovo di Corfù, fatto prigione dagli Spagnuoli nel sacco di Roma, condotto a Gaeta, ed ivi ucciso cogli strazii e colla fame, il quale l an 1521 pubblicò in Firenze due libri contro