Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/442

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428 LIBRO di lui scrisse il Bembo, una ne abbiamo dei’ 16 di gennaio del 151 4 a magistrati di Parma e di Reggio, in cui raccomandando ad essi Paola Gonzaga, ne poi la fra gli altri motivi, qui soror est Alberti Pii, quem scis apud me Maximiliani Rom. Imperatori designati Legatum agere', doctissimi praestantissimique viri quemque ipse unice diligo (Dpi st. Leon. X nomine, I. ti, cp. 3\)j v dallo stesso pontefice egli ebbe in dono i castelli di S. Felice nel Modem se, c di Meldola e di Sarsina nella Romagna, e il governo di Bertinoro. Frattanto nelle ostinate guerre che in que’ tempi travagliatoli f Rafia, Carpi fu più volte espugnato or dagli uni or dagli altri, e Alberto più volte ne fu cacciato coll armi, più volte colle medesime ne riacquistò il dominio, intorno a che veggasi il Guicciardini che tutti questi successi descrive minutamente. Morto nel i52i LeonX. Alberto gittossi di nuovo nel partito della Francia, senza però abbandonar del tutto quello di Cesare. Ma mentre egli vuol soddisfare ad amendue i partiti, si rendette ad amendue sospetto. Ed è da udirsi lo stesso Alberto, il quale in una sua lettera scritta da Carpi a’ 25 di aprile del 1522 a monsig Giammatteo Giberti, descrive l’incertezza in cui si ritrova, e fa una forte apologia della sua condotta. Aveagli, come sembra, scritto il Giberti clic fimperadore sdegnato contro di lui, perchè pareva che favorisse i Francesi, minacciava di togliergli Carpi; e Alberto, dopo avergli rendute grazie di questo benchè spiacevole avviso, così descrive la pericolosa situazione in cui allora egli era, e si difende