Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/45

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pii ¡no 3i 110ine altri che gli Scolastici. E inoltre la proli alita ili Leone aveva talmente esausto l erario che non solo Adriano non aveva di che donare gli eruditi, ma mancavagli il denaro pe più pressanti bisogni. Per altro nel breve suo pontificato di due non interi anni, ei si mostrò adorno di pietà e di zelo ecclesiastico, che avrebbe prodotti più ampj frutti, se l'inesperienza negli affari, e la diffidenza in cui era di tutti, non ne avesse renduti inutili le ottime intenzioni. V. Clemente VII parve dapprima inalzato sulla cattedra di S. Pietro per richiamare i tempi di Leon X, di cui era cugino. E certo gli onori da lui conceduti a Girolamo Vida, a Pierio Valeriano, al Sanazzaro, al Berni, al vescovo Giammatteo Giberti e ad altri uomini dotti, ci fan conoscere ch’ essi gli erano cari. Appena eletto pontefice richiamò alla sua corte il Sadoleto. Erasmo fu più volte da lui invitato con grandi promesse ad andarsene a Roma; e due volte gli mandò il pontefice in dono 200 fiorini d'oro (V. Erasmi Epist. t. 1, ep. 646, 647, 655, 854)- Vedremo in fatti che a tempi di Clemente fiorivano in Roma le accademie e gli studj, e, gran copia era ivi raccolta d’ uomini eruditi d’ogni maniera. Ma le guerre nelle quali egli lasciossi avvolgere, e che furon poscia cagione delForribil sacco di Roma nel 1527, e di molte altre sventure non solo di quella città, ma di tutta PItalia, renderono quel pontificato funesto ed odioso. E lo stesso pontefice, inquieto e ondeggiante fra tanti mali, non corrispose abbastanza alle liete speranze che se