Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/456

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IX. Congrrpjtione pie* paratori! al concilio di Trento: teologi die I «o nipote ro. 44 2 LIBRO et retracUuiilos. Erasmo non volle lasciar senza risposta il suo avversario che non potea replicargli, e pubblicò una breve apologia, ma assai ingiuriosa ad Alberto, tacciandolo di mala fede nel riferire i suoi detti, e d ignoranza nell intenderli e nel confutarli. Ma invece di Alberto levossi contro di Erasmo il suddetto Giovanni Genesio Sepulveda da Cordova, e diede alla luce un'Apologia assai forte contro rii Era smo, e in difesa di Alberto, ove fra le altre cose, avendo Erasmo affermato che Alberto erasi giovato dell opera del Sepulveda nello scrivere contro di lui, egli gli mostra clic in lutto il tempo che Alberto avea impiegato in Parigi scrivendo contro di lui, egli era sempre stato in Italia. Così ebbe (fine questa contesa, che forse non andò più oltre per la morte di Erasmo avvenuta nel i53fi. IX. Mentre in tal maniera andavano alcuni occupandosi nel combattere contro de novatori, il pontef Paolo III, lasciati in disparte i pensieri di guerra, ne quali poco felicemente si erano avviluppati i suoi predecessori, e tutto rivolto a conservare intatto il deposito della Fede, e a difender la Chiesa dagli assalti degli eretici, pensava alla grand’opera del concilio generale che pareva il più efficace mezzo ad ottenere un tal fine. Quindi nel 1536 nominò dieci uomini per sapere non meno che per probità e per prudenza chiarissimi, i quali unendosi insieme formassero la congregazione, come fu detta, preparatoria al concilio. Questa cominciò a radunarsi dopo la metà di ottobre del detto anno, come ha provato fera diissimo