Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/457

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SECONDO 443 monsig. Giannagostino Gradenigo vescovo di Ceneda nella bella sua Vita del cardinale Gregorio Cortese (p. 29); e nel marzo dell’anno seguente aveano essi già soddisfatto a’ comandi di Paolo. Que’ che composer questa celebre adunanza, furono i cardinali Gaspare Contarini e Giampietro Caraffa che fu poi Paolo IV, e innoltre Jacopo Sadoleto vescovo di Carpentras, Rinaldo Polo, Federigo Fregoso arcivescovo di Salerno, Girolamo Aleandro arcivescovo di Brindisi, Giammateo Giberti vescovo di Verona, D. Gregorio Cortese abate benedettino e Tommaso Badia domenicano maestro del sacro palazzo. Ma prima di osservare qual fosse il frutto della loro assemblea, ci convien dare di essi più distinta contezza. Del Caraffa però si è già detto nel parlar dei' pontefici; dell'Aleandro si è ragionato poc’ anzi; del Fregoso ci riserbiamo a trattare ove si farà menzione di quelli che coltivarono le lingue straniere. Il Polo non appartiene all’ Italia, a cui nondimeno ei fu debitore in gran parte della profonda dottrina di cui fu adorno, essendosi egli in età giovanile recato agli studi in Padova, e avendo ivi fatta lunga dimora. Rimane dunque a dire degli altri cinque, e primieramente del Cardinal Contarmi. X. Due Vite abbiamo di questo veramente grand uomo, scritte ambedue da due scrittori contemporanei, cioè da monsig. Lodovico Beccadelli che gli fu famigliare, e da monsig. della Casa, e amendue inserite dal cardinale Querini nella sua Raccolta delle lettere del Cardinal Polo