Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/458

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444 * MORO (¿3, Diafr. p. y-, ec.). A me dunque basterà il dirne qui brevemente, e sol quanto vaglia a farne conoscere il raro merito.:Nato in Venezia a 16 di ottobre del i j83 da Luigi Contarini e da Polissena Malipiera di lui moglie, ebbe la sorte di avere prima in patria, e poi in Padova, alcuni de' più dotti maestri che ivi allor tenessero scuola -, e fra essi Giorgio Valla, Marcantonio Sabellico, Marco Musuro e Pietro Pomponazzo. Con tali guide, aggiuntavi ancor l’ amicizia che in Padova egli contrasse con Andrea Navagero, con Marcantonio e con Battista dalla Torre, con Girolamo Fracastoro, con Battista Egnazio, ei fece i più felici progressi nella lingua greca e latina, nclfeloquenza, nella filosofia e nella matematica. A quali studi egli aggiunse ancor quelli della giurisprudenza e della teologia, e quello della lingua ebraica, per Cui egli vien lodato in una sua lettera da Lucillo Filalteo, ossia da Lucillo Maggi bresciano (Philalt Epist. p. 109). Nel 1521 inviato dalla Repubblica ambasciadore a Carlo V, trattennesi alla corte con lui, e il seguì in più viaggi per oltre a quattro anni, nel qual tempo avvenne che trovandosi egli in Siviglia iielf anno i522 quando la nave Vittoria tornò gloriosa dal giro di tutto il mondo, ed avendo i marinai osservato che mentre essi, tenuto un esattissimo conto del loro viaggio, credeano di esservi giunti a' 7 di settembre, eranvi veramente giunti agli 8, non vi ebbe in tutta la Spagna chi sapesse darne ragione, trattone il Contarini che colle regole astronomiche spiego