Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/483

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\ SFCONDO ^(jk) ascritto tra i cardinali; e due di questi, a cui pochi erano pari in quell’augusto collegio, il Contarini e il Sadoleto, si adoperarono con grande impegno presso il pontef Paolo III, perchè lo desse loro collega. Il Contarini parlando al papa, Padre Santo, gli disse (Beccade Hi, flta del Contar. § 13), io l ho in tal conto, che per servizio di questa santa Sede io mi trarrei il cappello di capo per riporlo sopra di lui, parendomi, che molto meglio di me possa servire in questo grado. E il Sadoleto scrivendo allo stesso pontefice, e pregandolo a conferirgli l’onor della porpora, così gli dice (t. 2, ep. 386. p. 388): Is autem est Gregorius Cortesius Abbas, de quo nemo est profecto, qui nesciat, quaecumque in magno et bono Sacerdote postulanda sunt, omnia in eo ejeceU lenter inesse, ingenium, consilium, eloquentiam, doctrinam, et quae. his quoque laudabiliora sunt, quoniam Christianis moribus sunt propria, pietatem praeterea, confinen fin ni, rcligionem. Fu dunque Gregorio a 2 di giugno del 1542 fatto cardinale, e a 6 di novembre dell’anno stesso vescovo d’Urbino. D'allora in poi il pontefice il volle sempre al suo fianco, e il cardinale Cortese seguillo ne diversi viaggi che per l'Italia egli fece nel 1543, e giovò a lui non meno che alla Chiesa cattolica co’ suoi consigli e coll’ esempio delle sue rare virtù fino al 1548, nel qual anno a 21 di settembre finì di vivere. X^ II. A formare un giusto carattere del cardinale Cortese, mi converrebbe a questo luogo ripetere ciò che ho detto poc anzi del Sadoleto. giacchè la scambievole e stretta loro amicizia} xvn. Sur oprrt r iuj nlrgjnu nrllu jfn» arr.