Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/495

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SECONDO /\fi I /. cit. c. 11). Sulla fine del 154 * richiamato in Ualia, lii | >oco appresso, cioè al principio dell'anno seguente, di nuovo inviato a un’altra J lieta in Spira (ib. c. 16, 17)5 e a lui si dovei le che finalmente si accettasse il disegno di radunare il concilio in Trento. Il Morone era già di ritorno in Italia, e trovavasi in Modena a’ 21 di maggio del 1542, come ci mostrano alcune sue lettere tra quelle del Polo, nelle quali egli tratta dell’eresia che cominciava a serpeggiare in questa città, e dà a vedere il suo zelo, efficace bensì, ma insiem piacevole e dolce nell estirparla j e già abbiam veduto con quanto felice successo egli in ciò si adoperasse. Nell’anno stesso a’ 2 di giugno ei fu annoverato tra’ cardinali e destinato presidente al concilio -, pruova luminosissima del merito di questo grand’uomo, che in età di soli 33 anni fu destinato a presiedere a una delle più autorevoli adunanze che mai si vedesse nella Chiesa di Dio. Differitosi frattanto per nuovi impedimenti il concilio, il Morone di Trento, ove già si era recato, fu inviato da Paolo a (Carlo V per rappresentargli il gravissimo danno recato alla Chiesa coi' decreti della nuova Dieta di Spira del 1544 Tornato in Italia, fu nell'anno istesso, come raccogliam da una lettera a lui scritta dal Sadoleto (Sadol. Epist t. 3, ep. 412, p. 371), destinato alla legazion di Bologna, che gli fu poi tolta nel 1548 (Pallav. l. 11, c. 2) pe’sospetti che di lui mostrarono i Francesi, come d uomo e per nascita e per gratitudine troppo attaccato a Cesare. Per qual Tikaboschi, Voi X. 3i