Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/527

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SECONDO 5l3 XXXII. Benché nel concilio di Trento tulle le recenti eresie venissero abbattute per modo, che ad uom saggio non poteva rimaner più alcun dubbio intorno alla Fede cui doveva professare, i lor seguaci ciò non ostante, com era per lo più avvenuto ne’ tempi addietro, si rimasero in esse fissamente ostinati. Fu dunque necessario a' teologi cattolici il continuare a combattere contro de’ novatori, o per ridurli, se avesser voluto aprir gli occhi, sulla via della salute, o per tener lungi da loro errori coloro che corresser pericolo di rimanere sedotti. Molte in fatti furon le opere dopo il concilio date alla luce a tal fine, cui troppo lungo sarebbe il voler numerare distintamente. Un Compendio latino d’istituzioni cattoliche pubblicò nel 1565, insieme con alcuni altri trattati, il cardinale Clemente Dolera da Moneglia, già generale dell’Ordine de’Minori osservanti; e Paolo Manuzio, dalle cui stampe esso uscì, dedicandolo all’autor medesimo, n esalta con somme lodi il sapere. Del P. Antonio Possevino gesuita, che molti trattati scrisse a impugnazion degli eretici, ci riserbiamo a dire a luogo più opportuno. Una Somma di tutte le antiche e recenti Eresie fu pubblicata in Firenze nel 1581 da Sebastiano Medici. Si mone Maiolo, autore dell’opera intitolata Dies Caniculares, diè ancora in luce nel 1585 in Roma un’opera in difesa delle sacre immagini, al culto delle quali movevan guerra i Protestanti. Lelio Giordani nel 15^2 di volgo un libro in difesa dell’autorità del romano pontefice. Ma lasciando in disparte questi e più altri teologi, di due soli scelgo qui Tiraboschi, Voi X. 33