Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/549

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/ SECONDO 535 XXXVII. Uno de più celebri, e che col.suo esempio trasse seco più altri, fu Pietro Martire Vermigli di patria fiorentino, nato nel 1500. Giosia Simlero ne ha scritta la Vita, e dopo lui ne ha parlato il Chaufepiè (Nouv. Dict. hi star. t. 3, p. 50, ec.), i quali autori però anzi che storici sono panegiristi; e il secondo singolarmente per lodar Pietro Martire cade in un’aperta contradizione; perciocchè, dopo aver detto ch’egli entrò in età di 16 anni tra’ Canonici regolari, e che la regolarità e l amor delle Scienze, che regnava in quell Ordine, a ciò lo indusse, poche linee appresso soggiugne che lo sregolamento era grande in quell Ordine, e che molti tra' principali vi menavano una vita scandalosa. Molti errori potrei io indicare in quel lungo articolo; ma la noia ne sarebbe maggior che il frutto. Pietro Martire nella sua Religione ottenne fama d’uomo assai dotto e prudente, e fu adoperato e nell’ insegnare e nel predicare e nel presiedere alle case di esso. Trovandosi in Napoli, l’amicizia che ivi contrasse con Giovanni Valdes spagnuolo, uno de promotori più zelanti delle nuove opinioni, cominciò a piegarlo in favor delle medesime. Ma comunque se ne avesse qualche sospetto, ei nondimeno seppe sì accortamente dissimulare, che in quel tempo medesimo fu fatto visitator generale dell’Ordine, e poscia priore di S. Frediano in Lucca. In questa città non solo egli più apertamente si dichiarò seguace dell’eresia, ma prese ancora a tenerne quasi pubblica scuola; finchè temendo di essere arrestato, fuggissene in segreto l’an 1542 con Paolo Lacise veronese, ch era ivi