Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/586

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5/a Lir.no coll Antoniano, col Sirleto, col Pantagato, col Poggiano, e singolarmente col cardinale Borromeo, che lo ammise alla sua illustre assemblea delle Notti vaticane. Quando il Navagero nel 1562 fu destinato a presiedere al concilio di Trento, tornò Agostino alla sua cattedra in Venezia, (finchè nel 1565, per rinuncia del suddetto suo zio, fu eletto vescovo di Verona, mentre pur non contava che 35 anni di età, e abbiamo una bella lettera piena di giusti elogi a lui scritta in questa occasione da Giulio Poggiano (Poggian. Epist t. 4, p. 56). Per lo spazio di quarantun anni ei resse quella Chiesa; e le grandi cose da lui a pro di essa operate, si posson vedere lungamente esposte dal sopraccitato Ventura, per cui la memoria del Vali ero sarà sempre a Veronesi venerabile e dolce. Gregorio XIII a' 12 di dicembre del 1583 il dichiarò cardinale j ed ei non cessò fin all’ultimo di sua vita dal dar nuovi saggi di zelo, di carità, di munificenza, nè dal coltivare, come sempre avea fatto, gli studi, e dal promuovergli coll’esempio, coll’esortazioni e co’ premii. Finì di vivere in Roma a’ 23 di maggio del 1606 in età di 75 anni; e vuolsi che i dispareri tra la sua Repubblica e il pontef Paolo V gli affrettassero per dolore la morte. Delle opere da lui composte un lungo catalogo ci dà il Ventura al fin della Vita, e più lungo ancora è quello che gli editori del citato opuscolo del Valiero vi han premesso, ove il lor numero giunge a 128. Poche però son le stampate in confronto di quelle che o son rimaste inedite, o son perite. Tra le prime abbiamo i