Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/587

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SECONDO 5-3 ilue libri De J colf lo rum disciplina, quelli dei’ doveri del vescovo e del cardinale, intitolati il primo Episcopus, da lui composto ad istanza di S. Carlo e a lui dedicato, il secondo Cardinalis, i tre libri De Rethorica ecclesiastica, più volte e anche oltremonti stampati, le Vite del cardinale Navagero suo zio e di S. Carlo, un opuscolo intorno alla benedizione degli Agnus Dei di fresco con erudite note illustrato da monsig Stefano Borgia, ora degnissimo cardinale, e alcuni opuscoli ascetici in lingua italiana. Ma la vasta erudizione del Valiero più ancora si scuopre dalle altre moltissime opere, la maggior parte delle quali non ha veduta la luce. Tra esse veggiamo orazioni, prefazioni, omelie, trattali i:i gran numero, altri di filosofia morale, altri di fisica, altri di politica, altri di eloquenza. Appena vi ha argomento su cui si possa scrivere, e su cui il Valiero non abbia scritto. Degna tra le altre cose d osservazione è una dissertazione in cui egli prendeva a mostrare contro l opinione, a’ que tempi comune fra gli uomini ancor più dotti, che una cometa in que’ giorni comparsa non presagiva cosa alcuna funesta, e un libro contro la barbarie degli Scolastici, e un altro sull’ ordine e sulla connessione delle scienze e dell’arti. Avea anche intrapreso a scrivere una tragedia in versi italiani; ma poi parendogli ch essa non corrispondesse abbastanza all alta idea che di quel genere di poesia si era egli stesso formata, la gittò alle fiamme. Un opuscolo intorno al vantaggio che si può trarre dalla Storia del Regno d’Italia di Carlo Sigonio, è stato pubblicato nell' edizion milanese