Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/600

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•*>8(5 I.IBRO osso coll’ «issiliiio studio, colle molte opere da sè composte e colle sue religiose virtù cancellò quella macchia che il suo traviamento gli avea cagionata. Ei morì in Genova in età di 49 anni nel 1569. I due suddetti scrittori ci danno il catalogo delle opere di Sisto; quasi tutte inedite. La più famosa tra le stampate è la Bibliotheca sancta, opera di vasta estensione e di rara dottrina, in cui egli di tutti i libri sacri, delle loro vicende, de’ loro autori, dei’ traduttori, degl’ interpreti, de comentatori ragiona a lungo, esamina le loro opinioni, decide del lor merito, prefigge regole per interpretar saggiamente i libri medesimi, rigetta l eresie alle quali cercasi il fondamento su testi non bene intesi, e tutto in somma abbraccia e svolge ciò che appari iene a un sì ampio argomento. Era impossibile che un’opera tale, e in tal tempo intrapresa, non avesse errori. E molti ne ha infatti quella di Sisto, i quali però non tolgono ch’ella sia e di gran lode al suo autore, e di molto vantaggio a chi ne sa usar saggiamente; degna perciò delle diverse edizioni che ne son venute a luce,, fra le qu.ili la migliore è quella di Napoli del 17.4*2 in due tomi in fol, accresciuta di opportune annotazioni dal dotto P. Millante domenicano. Al catalogo delle opere di f Sisto, datoci da’ due mentovati scrittori, si debbono aggiugnere ivi facesse la pruova del nuovo istituto da lui abbracciato -, ed ivi di fatto, dopo sei mesi, a’ i5 di marzo del 1555 fece la solenne sua professione, come raccogtiesi da1 monumenti di quel convento cortesemente indicatimi dal P. M. Vincenzo Maria Monti.