Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/607

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SECONDO 5^3 Egli ebbe la sorte di avere a suo maestro il celebre Guglielmo Sirleto poi cardinale, che abitando allora nella casa di que’ religiosi instruivali nelle sacre lettere. I felici progressi che sotto sì valoroso maestro fece l’ Agellio nelle lingue orientali, come gli ottenner gran nome tra’ suoi, da’ quali fu impiegato in ragguardevoli cariche, così il fecer trascegliere da’ romani pontefici tra’ deputati alle quattro riferite edizioni, e gli meritarono da Clemente VIII la ricompensa del vescovado di Acerno, conferitogli nel 1593. Undici anni appresso, volendo il pontefice averlo vicino per giovarsi d’un uom sì dotto, l’Agellio rinunciò il vescovado, e tornato a Roma, ivi finì di vivere nel 1608 in età di 76 anni. Il suddetto scrittore ci ha dato il catalogo delle molte opere sì edite che inedite dell’ Agellio, che sono principalmente Comenti su varie parti delle sacra Scrittura, fra quali i più stimati son quelli su' Salmi, e traduzioni dal greco di alcune opere di S. Cirillo e di Proclo patriarca di Costantinopoli. Alle testimonianze a lui onorevoli che il co. Mazzucchelli o riferisce, o accenna, io aggiungerò solo quella di Latino Latini che in una sua lettera del 1586 al cardinale Antonio Perenotto, citata dal P. Lagomarsini (Pogian. Epist. t. 2, p. 274)» così ne dice: Antonius Agellius Neapolitanus Sacerdos ex eorum sodalitio, quos Clericos Regulares vocant, Sanctique Silvestri sacram aedem incolunt... unus ex omnibus, quos noveram, in sacrarum Utterarum studii v, triplici linguarum scienti a praedi tris y ita versatus est, ut inter eos, qui ad Tiraboschi, Voi X. 38