Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/613

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% SECONDO 599 scrittori, da’ quali si potean ritrarre gran lumi, come Eusebio, Sozomeno, Socrate ed altri. Ma le loro Storie erano per lo più ristrette entro certi confini, e non erano esenti dallo spirito di partito che non lasciava prestar fede interamente a lor detti. Conveniva adunque esaminare i loro racconti, confrontarli tra loro, ricercare nell opere di tanti altri scrittori di que’ tempi, onde o confutare le loro narrazioni, o ad esse aggiungere nuova luce. A gravi ed autorevoli storici innoltre eransi frammischiati scrittori favolosi 5 agli Atti veri de’ Martiri molti falsi ed apocrifi; alle opere genuine dei’ santi Padri molte falsamente loro attribuite; e di maturo giudizio faceva bisogno per discernere le buone merci dalle supposte. Venendo poi a’ tempi più bassi, ogni cosa era tenebre ed oscurità. Pochi scrittori, e per lo più privi di critica al pari che d’eleganza, si offrivan per guida; e il seguirli.alla cieca, era lo stesso che darsi in braccio all’errore. La biblioteca Vaticana conservava una sterminata copia di monumenti autentici, di lettere originali, di atti, di decisioni. Ma qual fatica richiedevasi a ricercare fra un’ immensa farragin di carte tuttociò che potesse fare all’intento, e ciò per una storia che tutte dovea abbracciare le parti del mondo, e stendersi a tutti i secoli I Questo fu il gran campo in cui entrò coraggiosamente il Baronio, e in cui si affaticò per lo spazio di circa 40’anni, cioè dal 1568 fino al 1607, in cui a’ 30 di giugno finì di vivere, dopo essere stato nel 1.^96 onorato della porpora da Clemente VIII, e fatto ancor bibliotecario della santa Sede Fruito di