Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/618

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f><>4 LIBRO Santi, delle quali egli raccolse e pubblicò sette tomi, lasciando apparecchiato ancora l'ottavo, che fu poi pubblicato da Girolamo di lui nipote. Pare che l esercitarsi su questo argomento fosse in particolar modo riserbato a’ Veneziani; poichè già abbiam veduto quanto in ciò si fossero adoperati Pietro Calo, Pietro de’ Natali e Niccolò Malermi. Ma le lor opere, se giovavano alla pietà de’ Fedeli, non bastavano all’istruzione de dotti e alla confusion degli eretici, perchè esse erano per lo più scritte con poca critica, e ingombre di gravi errori. Il Lippomano attinse a fonti migliori, e raccolse le vite da autori contemporanei e gravi, greci e latini, valendosi a tal fine ancora d’altri uomini dotti nel greco, come di Genziano Erveto, di Guglielmo Sirleto e di Pierfrancesco Zino. Quindi quest’opera del Lippomano fu allor ricevuta con molto applauso, lodata dalle più illustri accademie e dallo stesso concilio di Trento, ed ella servì poscia di fondamento a quella del Surio, senza però che questa, benchè posteriore, scemasse il vanto alla prima. Essa vien lodata ancor dal Bollando (Praef. ad Acta SS.) che la dice migliore fra tutte le raccolte finallora venute a luce benchè al perfezionarsi che poi fece la critica, in essa ancora si ravvisassero non pochi errori. Intorno a quest' opera si posson vedere le riflessioni dell’eruditissimo Foscarini (Letterat. venez. p. 357 ec-)> ^ quale aggiugne che nell’argomento medesimo si occuparono Gabbriello Fiamma canonico lateranese e poi vescovo di Chioggia, autore di molte opere in prosa e in versi italiani, e fra le