Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/83

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r PRIMO 69 morto, non è di quest'opera il ragionare, e ognun può vederne la storia presso il Muratori Antich. Est. par. 2, p. 389, ec.). XIX. Le due principesse Lucrezia ed Anna, che abbiamo veduto dal Paleario lodarsi come seguaci degli esempii materni nel coltivare gli studi, erano amendue figlie di Ercole e di Renata. Abbiamo una lettera di Bartolommeo Ricci loro maestro, in cui loda generalmente refudizione e Io studio delle giovani principesse figlie di Renata (Op. t. 2, p. 411). E quanto alla prima, che fu poi duchessa d’Urbino, è degna d’esser letta la dedica che a lei fece Francesco Patrizi della sua Deca istoriale della Poetica, in cui rammenta quanto ella avesse amata la musica, a qual perfezione fosse in essa pervenuta, quanto grata le fosse tuttora la poesia, e quanto cari le fossero tutti gli uomini dotti. Anche il co Annibale Romei, a lei dedicando i suoi Discorsi, afferma che non capita alla Città di Ferrara alcun famoso Letterato, ch ella a sè non lo chiami per udirlo discorrere, e disputar con altri dotti. Della seconda ch era la primogenita, e fu maritata nel 1548 a Francesco duca di Guisa, e poscia in seconde nozze a Jacopo duca di Nemours, trovi am grandi elogi, coi' quali ella fu onorata, prima che partisse d'Italia. Il sopraccitato Ricci scrivendo da Venezia al duca Ercole nell anno stesso in cui ella andò a marito, dice che richiesto quai ne fossero i pregi, aveva risposto che'ella era dotata di grandissimo ingegno, che nelle lettere e nella musica avea fatti sì lieti progressi, che difficilmente sarebbonsi potuti sperare gli eguali