Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/134

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unno un lungo catalogo di moltissime altre opere di di versi argomenti da lui composte che non han mai veduta la luce. XXXII. Ugualmente vivace e acuto, ma più volubile e capriccioso, fu l ingegno di Giam» batista Porta napoletano, a cui pur molto dee la teoria della luce, benchè egli ancora non giungesse a spiegarla con esattezza. S’ei non avea, come affermasi comunemente, che 70’ anni di età, quando morì nel 1615, convien dire ch’ei nascesse nel 1545. Ma nella più ampia edizione della sua Magia naturale, da lui fatta in Napoli nel i.r»8(), ei dice che la prima edizione era stata fatta 35 anni addietro, cioè nel 1555, e ch’egli contava allora 15 anni di età, e che attualmente era nel cinquantesimo; il che ci pruova ch’egli era nato circa il 1540. L'ab le Clerc si sforza di dimostrarci (Bibl. du Richelet) che non è possibile che in sì tenera età ei potesse avere cognizioni sì estese. E veramente l’ edizione del 1555 da niuno è stata veduta; e la più antica che si conosca, è quella d’Anversa del 1561. Ma innanzi ad essa vi è il privilegio del re Filippo II del 1559). E se vi si aggiunga il tempo che si dovette impiegare in mandarne il manoscritto in Fiandra, nel sottoporlo all’esame j nell’ ottenere il privilegio, si vedrà che non molto dopo il 1555 dovea quell’opera essere stata compita dal suo autore, e poteva ei perciò dire di averla allor pubblicata. Egli è vero che il Porta vi parla de’ lunghi suoi studii, dell’esperienze per più anni continuate, del danno soffertone ne’ suoi famigliari interessi, cose tutte