Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/135

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SECONDO j35 che suppongono un uomo non del tutto immaturo. Ma forse il Porta scrisse così per imporre più facilmente e per dar più credito alla sua opera. Checchè sia di ciò, ei si diede assai presto a studiar la natura. Ei però non fu troppo felice nella scelta de suoi maestri; perciocchè prese principalmente a seguire Arnaldo da Villano ova, il Cardano ed altri somiglianti filosofi che abusato aveano del loro ingegno, col correr dietro a sogni della lor fantasia. Affin di meglio scoprir gli arcani della natura, raccolse un’accademia in sua casa, come si narra dall’Imperiali (Museum hist.) e da altri scrittori, detta de Segreti, nella quale non ammettevasi alcuno che di tal onore non si rendesse degno collo scoprire qualche segreto suo ritrovato che fosse utile alla medicina, o alla filosofia. I viaggi da lui fatti giovaron non poco ad arricchirlo di pregevoli cognizioni. Ei fu certamente in Venezia, ove narra egli stesso di aver conosciuto il celebre f Paolo, e di aver molto da lui appreso (prooem. ad l. 7 Mag. natur.). Fu ancora in Roma; e se è vero ciò che narra il P. Niceron, dopo altri scrittori (Mém. des Homm. ill t. 43), cioè ch’ ei vi fosse accolto e trattato con sommo onore dal Cardinal Luigi d’Este, sicchè egli avesse un libero accesso al medesimo ogni qual volta più gli piacesse, convien dire che due volte ei vi si trattenesse, cioè prima del 1586, nel qual anno morì quel gran cardinale, e poi verso il 1610, nel qual anno fu ascritto all’ accademia de’ Lincei, fondata dal principe Federigo Cesi, di cui diremo nel secol seguente (Vandelli, Consider. sopra le notiz. de