Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/136

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736 LIBRO Lincei) p. 58) (*). Anzi egli oggiugne di aver viaggiato non solo per tutta l’Italia, ma per la Francia e per la Spagna, visitando tutte le biblioteche, conversando con tutti gli uomini dotti, e abboccandosi ancor cogli artefici per apprender da essi ciò che apparteneva alla lor professione (praef ad Mag. nat ed. Neap. i5&y). Gli studi falli dal Porta e le opere da lui pubblicate gli conciliaron la stima de’ più dotti nomini del suo tempo. Il Peirescio fra gli altri, venuto in Italia sulla fine di questo secolo, e giunto a Napoli, fu a visitarlo più volte, c con lui e con Gianvincenzo di lui fratello, uomo esso pure assai dotto, si trattenne in lunghi e dotti ragionamenti, e osservò con attenzione le rarità naturali da essi nel lor museo raccolte (Gassend. in Vita Peiresc.). Fra tanti onori però ebbe anche il dispiacere di cadere in sospetto presso il pontefice per le superstizioni da lui ne’ suoi libri insegnate, e per 1 uso ch’egli facea dell’ astrologia e di altre somiglianti maniere di predire il futuro, e dovette andarsene (*) Due lettere scritte dal Porta al Cardinal Luigi d Este si conservano in questo ducale archivio. La prima è scritta da Napoli a 20 di novembre del 1579, in cui lo ringrazia che lo abbia uni messo tra’ suoi servidorii, e dice che presto, e forse al principio del mese seguente, verrà a Roma ad ubbidirgli. È certo dunque ch’ ei non solo fu onorato, ma anche preso al servigio da quel gran cardinale, e questa lettera ce ne dà l’epoca. L altra scritta da Venezia, ove pare che fosse invitato dal cardinale, a’ 29 di novembre del 1580; e in essa gli dà conto di uno specchio parabolico che faceva ivi lavorare pel medesimo cardinale, e di una non leggici' malattia da cui era stato travagliato.