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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/198

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79® LIBRO che ò al fine della sua Architettura militare insieme con quella di Girolamo Maggi data alla luce: Non voglio ancora, dic egli (Maggi e (Castriotto Fortific. della Città, p. 138, ed. Ven. 1564) i Per ufd comune di coloro, che a' ave ranno a difendere dentro a luoghi battuti, lasciare di metter qui quanto è stato scritto dal Capitano Giovambattista Bellucci detto il San Marino, già mio amicissimo, nel fine del suo libro delle Fortificazioni, e questo acciò si rinnovi la memoria d un sì valoroso ed ingegnoso Capitano j quale con grandissimo dispiacere del potentissimo Duca di Fiorenza e Siena fu duna archibugiata morto sotto la Fortezza dell Ajola nel Senese, mentre faceva battere tal luogo, e cercava dopo la gabbionata mostrare d bombanti cri il modo da facilmente rovinare la muraglia. Soggiugne poi un lungo passo tratto dalropera del Bellucci, il quale leggesi di parola in parola verso il fine di quella del Bellici (Nuova Invcnz. cc. Ven. 1598,p;. 109). È certo adunque che sotto quei’ due cognomi abbiamo un solo scrittore autor dell’opera sopraccitata. Da essa noi raccogliamo ancora ch’ei fu al servigio del re di Francia Francesco I nel 1541 e nel 1544 e nel 1550; che in quel regno disegnò alcune fortezze, e sostenne e regolò piò assedi 5 che prima, cioè nel 1537 e nel 1540, erasi trovato nell'Ungheria (p.45,51); e che nel 1541 era in Iscozia, ove narra di aver lavorata una mina (p. 80); e generalmente egli afferma di essere stato in Ungheria, in Francia, in Lorena e in diverse provincie d’Italia (p. 53). L’onore che ebbe il Bellici di servire a tanti principi, è