Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/204

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8o4 LIIiRO pochissimo uso, e poche ancora erano le fortezze dalle quali potesse il Marchi prendere idea de’ suoi disegni. L1V. Non poco vantaggio dovettero parimente recare all’ arte della fortificazione i Due Dialoghi di M. Jacopo de' Lanteri da Paratico Bresciano j ne quali s'introduce M. Girolamo Catanio Novarese,,)M. Francesco Trevisi Ingegnero Veronese con un giovane Bresciano a ragionare del modo di disegnare le piante delle Fortezze secondo Euclide, e del modo di comporre i modelli, e torre in disegno le piante delle Città, stampati in Venezia nel 1557. In essi ei prende dapprima a mostrare per qual maniera, secondo le regole geometriche, si debban fare le muraglie e gli angoli colla giusta lor proporzione j indi ricerca qual genere di fortificazione e qual forma di bastioni, di cortine, ec. sia più opportuna a difender le piazze contro l artiglieria; e parla per ultimo della maniera con cui deesi levar la pianta e formare il disegno delle fortezze e delle città. Dello stesso Lauti eri cita un’altr’opera del medesimo argomento Apostolo Zeno (V. Zeno, Note al Fontan. t. 2, p. 3y(5, ec.) 7 stampata in Venezia nel 1559, col titolo: Due libri del modo di fare le Fortificazioni di terra intorno alle Città e alle Castella per fortificarle, e di fare così i forti in campagna per gli alloggiamenti degli eserciti, come anco per andar sotto ad una Terra, e di fare i ripari nelle batterie. I Dialoghi suddetti furon di nuovo dati alla luce in Venezia nel 1601, col titolo Delle offese e difese delle Fortezze, aggiuntovi un trattato sulla stessa