Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/220

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820 ' LIBRO «la ciò che ahblam detto (inora, e da ciò che dovremo osservare, quando ragioneremo direttamente dello stato delle arti liberali in Italia, egli è evidente che gl’ingegneri italiani furono in questo secol chiamati a tutte le corti, e in Francia e nelle Fiandre e nell Inghilterra e nelfAlemagna molli di essi ottenner gran nome, e furono allor riputati i maestri dell arte. I principi italiani allora aveano non piccola parte nelle guerre ancor d’oltramonti; e come le loro truppe vi dieder pruova di segnalato valore, così i loro architetti ebbero comunemente il vanto di superar gli altri in ingegno e in sapere. Ciò si farà ancora più manifesto, se poniam da una parte il gran numero di scrittori d'architettura militare che ebbe l’Italia, e il troppo scarso drappello che ce ne possono additare le altre nazioni. Alberto Durer tedesco fu il primo a scrivere di tale argomento al principio del secolo j e benché in questa sua opera ancora si scuopra l’uomo di molto ingegno ch’egli era, poco però essa giova al metodo di guerreggiare che poi s’introdusse, e i baloardi rotondi a quali egli s’ attenne, poco atti sono a sostenere l impeto dell artiglieria nimica. Un certo Gianfrancesco Scriva spagnuolo due Dialoghi scrisse nella sua lingua in difesa della Fortezza da lui innalzata in Napoli (Busca, Architett, milit l. 1, c. 34). Daniello Specle ingegnere nella città di Strasbourg, morto nel 1589, pubblicò egli del pregio dell* opera non possiaiu dir cosa alcuua, ntuno avendola finora altenlamente esaminata, o comunicatane al pubblico la descrizione.