Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/238

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838 LIBRO in lingua italiana. Molli altri nel comentar l’Etica d’Aristotele usaron della lingua latina, e noi ne abbiamo già accennati parecchi nel corso di questo capo, e più altri ne potremmo qui annoverare, se ciò non fosse per recar noja anzi che vantaggio a chi legge. Mi basterà accennarne un solo poco or conosciuto, ma che è degno di non essere dimenticato. Egli è Lelio Pellegrini nato in Sonnio principato di casa Colonna nel 1551, e morto in età di 51 anni, uomo che dai’ suoi meriti e dalle promesse fattegli da più pontefici pareva destinato a’ più grandi onori; ma che non giunse che ad ottenere alcuni beneficii ecclesiastici. Di lui, oltre molte eleganti orazioni latine dette in più occasioni, abbiamo un Comento latino sull’Etica d’Aristotele, stampato in Roma nel 1600, e due altre operette che il mostrano scrittor colto e giudizioso, una De affectionibus animi nocendis, l’altra De honore et nobilitate, ivi stampate nel 1598 e nel 1601. Veggasi l’elogio che ce ne ha lasciato l" Eritreo nella sua prima Pinacotheca. Che sarebbe poi, se io volessi far distinta menzione di tutti quelli che qualche particolar trattato ci diedero su questa materia? I Dialoghi della morale Filosofia di Antonio Brucioli, autore già da noi mentovato nel trattare de’ sacri studii, i Ricordi di Saba da Castiglione, diverse operette di Girolamo Muzio, di Lodovico Dolce, di Orazio Lombardelli, di Marco della Fratta, del co. Giulio Landi, di Flaminio Nobili, di Stefano Guazzo, di Francesco de’ Vieri, di Francesco Bocchi, di Scipione Ammirato, il Trattato della vera