Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/249

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SECONDO 849 LXVJ3. Una particolar quistione di filosofia morale in cui però avea gran parte ancora la religione, esercitò molto i filosofi, i legisti e i teologi di questo secolo, quella cioè del Duello. Grande è il numero de’ libri su ciò pubblicati, e un lungo catalogo si può vederne nella Biblioteca dell’Haym (t. 2, p. 501). Ma qual frutto trarrebesi dal farne qui una lunghissima citazione? Il Muzio, di cui abbiamo già a lungo parlato altrove, Giambattista Susio natio della Mirandola, Fausto da Longiano, Dario Attendolo da Bagnacavallo, Rinaldo Corso correggesco, Giambattista Pigna, Antonio Massa da Gallese, scrissero altri a favore, altri contro rii esso, e fra questi secondi si segnalò Antonio Bernardi mirandolano, che con un tomo in foglio scritto in latino oppresse i sostenitori del duello. Di quest opera vuolsi che si giovasse più che non conveniva Giambattista Possevino nel suo Dialogo dell Onore (Zeno, Note. al Fontan. t. 2, p. 362). Ma parmi cosa assai difficile a trovarsi. Il libro del Bernardi non fu stampato che nel 1562. Quello del Possevino uscì alla luce la prima volta nel 1553. Come dunque si può dimostrare ch ei fosse plagiario di chi stampò nove anni dopo di lui («)? Alcune belle notizie del Possevino abbiamo ¡11 una lettera di Paolo Giovio a Bernardino Maffei, scrìtta a1 14 di settembre dell’anno i545. (a) Nella Biblioteca Modenese avendo io più attentamente esaminata la questione del plagio al Possevino imputato, ho conosciuto che non è essa così priva di fondamento, come io qui aveva creduto (t. 5,p. 241,cc.). Tiraboschi, Voi XI. 16