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Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/258

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858 LIBRO spoglialo; ma la falsità di questo racconto vien dimostrata ne detti Elogi, ove ancor si confuta ciò ch’altri hanno scritto, cioè ch’ei morisse con troppo palesi segni di empietà e d’irreligione: e si reca una lettera di Pietro di lui figliuolo a Francesco Nelli, che in breve così ne narra la morte: Non posso far di meno di piangere in dovervi dire, come è morto il 23 eli ejucsto mese (di giugno del iSi"}) Niccolò nostro padre di dolori di ventre cagionati da uno medicamento preso il dì 20. Lasciossi confessare le sue peccata da Frate Marco, che gli ha tenuta compagnia fino a morte. Il padre nostro ci ha lasciato in somma povertà, come sapete, ec. Più assai che per le cariche sostenute, è celebre il nome del Macchiavelli per le opere da lui pubblicate. Io non farò che accennare gli otto libri dell’ Istorie fiorentine dal 1215 fino al 1492 e la Vita di Castruccio Castracani. nelle quali opere, per confessione de più dichiarati apologisti del Macchiavelli, ei non è storico molto esatto e sincero, e cerca anzi di abbellire studiosamente, che di schiettamente narrare le cose avvenute. De’ Discorsi intorno all’ arte della guerra abbiam già detto in questo capo medesimo. Le rime da lui composte non lo han fatto riporre tra’ valorosi poeti, e le due commedie in prosa che ne abbiamo, La Mandragola e La Clitia, non sono un troppo perfetto modello nè di un modesto componimento, nè di una ben ordinata commedia. Io lascio in disparte altri opuscoli di minor conto del Macchiavelli, e mi ristringo soltanto a quelle due opere che son pi ù famose,