Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/260

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86o LIBRO 11011 coll1 adottarne le massime, collo scusarne almen l’intenzione, dicendo che in quel libro non pensò già egli di dar consigli ad un principe, ma di descrivere qual sia un tiranno; anzi, aggiungono altri, egli adoperò avvertitamente i più neri colori per ispirare odio maggiore contro la tirannia. Qual sia stata l’intenzione del Macchiavelli, è difficile a definire. Ma qualunque sia ella stata, a me sembra che al legger quest'opera non si.scuopra abbastanza che il Macchiavelli abbia voluto destare orrore contro i tiranni; e che s egli disapprova la lor condotta, non abbia bastevolmente spiegato il suo pensiero, sicchè, a dir poco, rimanga indeciso s’ei consigli, o dissuada (a). Ciò clic strano, si è che le opere del Macchiavelli corsero per lungo tempo, e furono stampate anche in Roma, senza che alcuno scoprisse palesemente il veleno che in esse si nascondeva. Il Cardinal Polo fu il primo, come ha osservato il Cardinal Querini (Diatr. ad Epist. Poli, t. 1, p. 265), che contro di questo autore, e principalmente contro il libro del Principe, si dichiarasse, e prendesse ad impugnarlo nella sua Apologia per l’Unità della Chiesa. Dietro al Polo sorser più altri, e molto scrissero (a) Queste e più oltre riflessioni in difesa del Macchiavelli si posson vedere più ampiamente svolte e spiegate nella prefazione premessa alla nuova edizione dol1’ Opera del medesimo, fatta in Firenze nel 17H2, nella quale però mi fa maraviglia che l’editore attribuisca a M. de Voltaire 1’/inti-Machìavel, il quale è lavoro «lei re di Prussia defunto, tra le cui Opere di fatto è stato inserito.