Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/272

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8 LIBRO e fAllemagna tutta sembrarono cospirare in-: sicrne a render sempre più esatta questa grande opera. In fatti grandissimo è il numero dell edizioni che e nella lingua latina e nell italiana ' ne furon fatte; e vivente ancora il Mattioli ella fu tradotta e più volte stampata in francese e in tedesco. Girolamo Donzellini, in una sua lettera al Mattioli, afferma (Matth. Epist. medicin. l. 4) che lo stampatore Valgrisi, da’ cui torchi uscirono quasi tutte le edizioni di quest’opera fatte in Italia, aveagli detto elio p:ù di trentaduernila copie aveane egli vendute, e che nondimeno essa era ancora da molti avidamente cercata; e il Melchiorri, scrivendo al medesimo Mattioli (ib.l.5), oltre il confermar questo fatto, aggiugne ch egli avea udito che ne erano state richieste copie perfino dalla Soria, dalla Persia e dall Egitto, e che uno aveagli narrato di averla veduta ancora in Tessalonica tradotta in lingua ebraica. Non mancarono però al Mattioli avversarii e rivali. E uno de più fieri tra essi fu Giovanni Rodriguez da Castelblanco, che avendo pubblicati sotto il nome di Amato Lusitano i suoi Comenti sopra Dioscoride nel 1554 e essendosi in essi giovato non poco di que’ del Mattioli, ardì nondimeno di criticarlo e di morderlo frequentemente. Ma il Mattioli tal gli fece risposta con una Apologia, che pur si ha alle stampe, che ridusse il suo avversario al silenzio. Melchiorre Guilandino prussiano pubblicò egli pure nel 1558 un libro contro del Mattioli, intitolato Theon, in cui fa un'amara e sanguinosa critica de Discorsi di Dioscoride. E il Mattioli con non minore asprezza gli