Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/299

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X SECONDO Michele Mercati, la qual nondimeno si giacque inedita fino al 1717, nel qual anno per opera di Clemente XI fu magnificamente stampata. Era il Mercati natio di S. Miniato in Toscana, ov era nato agli 8 d’aprile del i5$i. In Pisa ebbe a suo maestro, fra gli altri, Andrea Cesalpini da cui parve che ricevesse in retaggio l'amore alla contemplazione della natura. Passato a Roma, fu dal pontef S. Pio V, che ne conobbe l’abilità e il sapere, posto alla'* cura dell’ orto botanico Vaticano, che allor cominciò ad aver nome. Non fu men caro a Gregorio XIII. che lo annoverò trai’ suoi famigliari!, e a Sisto V, che gli conferì la dignità di protonotario apostolico, e insiem col cardinal Ippolito Albodrandini legato mandollo in Polonia, acciocchè scorrendo in tal modo gran parte della Europa potesse stendere sempre più le sue cognizioni, e accrescere il numero delle rarità naturali che già avea raccolte. Clemente VIII il dichiarò suo archiatro, e gli diede più altri segni della sua benevolenza. Nè solo i romani pontefici, ma e Timperador Ridolfo e Sigismondo re di Polonia e Ferdinando gran duca di Toscana lo onorarono della loro stima, e gliene dieder più pruove. Ed era infatti il Mercati uomo che ad un vasto sapere congiungendo un tratto amabile, una rara prudenza e una singolar probità e innocenza, si conciliava l’affetto e l’amore di tutti. E pruova delle cristiane virtù di cui era adorno, è tra le altre la stretta amicizia ch’ egli ebbe con S. Filippo Neri, tra le cui braccia ancora finì piamente di vivere a’ 25 di giugno del 15^3, in