Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/338

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9^8 unno nel t56a ilei 6uo opuscolo sull’organo dell’udito al datario e poi cardinale Francesco Alciati, che avendo egli interrotte per non so quali giuste ragioni le sue lezioni. alcuni suoi malevoli aveano procurato di fargli perciò perder la grazia del Cardinal Borromeo nipote del pontef Pio IV, e vi sarebbon forse riusciti, se l Alciati non gli avesse recato aiuto. Ei fu ancora medico del Cardinal Giulio della Rovere, detto il Cardinal d'Urbino, come raccogliesi dal privilegio del re Carlo IX, premesso agli opuscoli anatomici deirEuslacliio. Nè io so come M. Portal abbia affermato (t. i, v. Go8) che ci proseguì a servire quel cardinal ancora poichè ei fu fatto pontefice, giacchè il detto cardinale non giunse mai a tal dignità. Ma nè la cattedra, nè la fama da lui acquistata col suo sapere, nè la protezione di quel cardinale nol poterono sottrarre agl’incomodi della povertà. Egli se ne duole talvolta, e singolarmente nella detta dedicatoria: tenues vires meae et humilis status, disparque ac multum jactata fortuna, ec. Nel 1563, quando ei diede a luce il suo trattato delle reni, era già avanzato in età, e malconcio dalla podagra, com egli stesso racconta nella prefazione che gli va innanzi. Sembra perciò verisimile che non vivesse molto più oltre. Ma ei vive, e viverà sempre glorioso e ne’ suoi opuscoli e nelle sue Tavole anatomiche. Il trattato delle Reni è il più ampio che si abbia su questo argomento, e niuno più di lui si è avanzato in esaminarne e descriverne la struttura e gli usi; e benchè ei