Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/347

Da Wikisource.

SECONDO g^-j ragioni poc’ anzi recate io rimango dubbioso, e non ardisco decidere cosa alcuna, perchè parmi che non vi abbia fondamento che basti a decidere. Ancorchè poi si riconosca f Paolo come il primo scopritor delle valvole, rimane a vedere s’ ei passasse oltre e ne inferisse la circolazione del sangue. E qui ancora abbiamo autorità e testimonianze che si oppongono l una all altra. Perciocchè, per tacer di altre pruove più incerte, Giovanni Walleo in una sua lettera al Bario! ino (Bariho lin. E pisi ccntur. i, ep. 22) racconta di aver udito dal Veslingio (celebre anatomico natio della Vestfalia, il quale circa il 1628 fu professore di anatomia in Padova) che la circolazione del sangue era una scoperta del Sarpi, e che f Fulgenzio di lui discepolo e successore gliene avea mostrato l’ originale scritto dal Sarpi medesimo r che si conservava in Venezia: De circulatione Ilarvejana mi hi secretimi aperuit Vosi ingius nulli revelandum: esse nempe inventum Petri (f. Patris) Pauli Veneti (a quo de ostiolis venarum habuit Aquapendens) ut ex ipsius autographo vi dii, quoti Venetiis servat P. Fulgentius illius discipulus et successor. Al contrario Giorgio Enzio discepolo dell’Harvey, in un’ apologia che all’ opera dell Harvey stesso va aggiunta in alcune edizioni, narra d’ aver saputo da lui medesimo che un ambasciator veneto a Londra, avendo nel tornar d’ Inghilterra portato seco a Venezia il libro dell’ Harvey, e mostratolo al Sarpi, questi ne fece di sua mano un estratto, il qual dopo sua morte, passato agli eredi, era stato creduto opera del Sarpi stesso; e che l’ Harvey avea su ciò