Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/356

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f)5(> LIBRO ereditario e poi duca di Ferrara, cui due anni appresso seguì nel viaggio di Francia, quand’egli andò a prendere in sua moglie Renata figlia del re Luigi XII. Benchè in età giovanile, ottenne a quella corte sì grande stima il Brasavola, che il re Francesco I gli permise d aggiugnere i reali gigli alle sue proprie divise, e il nominò cavaliere dell Ordine di S. Michele. Vuolsi ancora ch’ei fosse dai’ dottori Sorbonici ascritto nel loro ruolo. Ma di ciò muove, e non senza ragione, qualche dubbio il dott. Castellani. Allo stesso Ercole e ad Alfonso I di lui padre fu compagno in diversi lor viaggi: e que’ due gran principi lo ammisero a tal confidenza, che ben mostravano in qual pregio l avessero (a). Oltre la dialettica, lesse ancora in quella università la filosofia naturale, e ne fu innoltre eletto riformatore. Agli onori che ricevette da' detti principi, si aggiunsero quelli che gli furono conferiti da Paolo III, da Carlo V e da più altri sovrani, da’ quali era nelle loro infermità consultato. Oltre la medicina ei coltivò ancor diligentemente la botanica, e avea una gran raccolta di semplici divisi con ordine in diversi scrigni, e un orto in cui serbava con attentissima cura e con non picciol dispendio l erbe più rare. Fra le molte e gravissime occupazioni che la pubblica cattedra, il servigio de’ principi, l’esercizio dell’arte medica gli recavano, (,7) Il lì rasa vola fu nrv'lie chiamato a Roma net l'tji per curare il pontefice Giulio III, come ci mostrati te lettere su ciò scritte dal dura Ercole II, e per opera del eh. abate Maiini pubblicate nel Giornale di l’isa </. 61).