Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/412

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iota MERO •Sig. Ardizone Medico della Reina di Dacia, cioè, com’ io credo, d’Ungheria. Ma la lettera non ha data, per conoscer chi fosse questa reina, nè intorno a questo medico io ho potuti raccogliere altri lumi, Così non vi ebbe imperadore nel corso di questo secolo, che non avesse alla sua corte uno o più medici italiani, e tutti ne ricevettero que’ contrassegni di stima che al lor sapere eran dovuti. XLIII. Nulla minore fu il numero degl’Italiani che ammirar fecero alla Francia il lor valore nell’arte medica. Guido Guidi nobile fiorentino, figlio di Giuliano e di Costanza di Domenico del Ghirlandaio', dopo avere per qualche tempo esercitata in patria la medicina, passò in Francia, invitatovi forse, come congettura il Fabbrucci (Ap. Calogerà, N. Racc. dOpusc. t. (), p. 72), dal suo concittadino Luigi Alamanni, che godeva ivi la grazia del re Francesco I. Ciò dovette accadere verso il 1542; perciocchè abbiamo una lettera a lui scritta da Claudio Tolommei nel maggio del detto anno, in cui si rallegra con esso del favorevole accoglimento che da quel gran re avea ricevuto: Ho inteso qui in Roma da M. Filandro la grata accoglienza, che v ha fatta il Re Cristianissimo, e di più il dono, ch egli vi ha fatto al presente, e la buona provvisione, che v ha ordinata danno in anno, c oltre di ciò la bella speranza, che v ha aperta, per aspettare, e quasi promettersi cose maggiori (Tolom. Lettere, p. 25 2, ed. ven. 1565). Del soggiorno del Guidi in Francia abbiamo un’altra autorevole testimonianza presso Benvenuto