Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/439

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SECONDO,<->39 coll'anatomico Eustachio Rudio nel 1608, si accenna in una sua lettera da Lorenzo Pignoria: Qui non abbiamo altro di nuovo che certa briga traSignori Acquapendente e Rudio per la strada, onde il primo cammina con gente da mela, e vuol forse far vedere, che è buon Marchigiano, e che sa adoperare il ferro in altra cosa ancora, che ne cadaveri anatomizzandi (Lettere d Uomini ill del sec. 17, Ven. 1744 p. 26). Altre somiglianti controversie si accennano dal co. Mazzucchelli. Il Galilei, che al principio del secolo XVII era in Padova, propose nel 1606 l’Acquapendente al gran duca di Toscana, perchè l’invitasse a Pisa; il che sperava ch’egli avrebbe accettato, benchè non glien’avesse ancor fatto motto (Lettere ined. d Uomini ill. Fir. 1773, t 1, p. 10, ec.). Ma qualunque ragion se ne fosse, il trattato non fu conchiuso; e l’Acquapendente continuò e finì poi anche di vivere in Padova a’ 21 di maggio del 1619, lasciando erede di tutte le sue facoltà, che vuolsi montassero a dugentomila ducati, una figlia di un suo fratello, la quale maritatasi poscia in un nobile veneto della famiglia Delfino, dopo sei mesi soli di matrimonio venne a morte. LUI. Le opere da lui composte, che stampate prima più volte separatamente, fu ron poscia date di nuovo congiuntamente in luce in Lipsia nel 1687 e in Leyden nel 1737, si posson dividere in due classi, cioè in anatomiche e in Chirurgiche. Fra le prime è celebre principalmente quella De ostiolis venarum, della quale abbiamo parlato nel trattare della circolazione