Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/456

Da Wikisource.

I i>56 LIBRO trattenuesi un anno in Siena, che dalla Repubblica vcncla fu condotto nel 1525 professore a Padova collo stipendio di 625 fiorini, che poi tre anni appresso crebbero a 800, e nel 1533, quando fu promosso alla prima cattedra, giunsero a 1000 (Facciol. Fasti, pars 3, p. 116, 134, 136). Era ivi al tempo medesimo e col medesimo stipendio quel Giannantonio Rossi rammentato poc’anzi. Venivano questi due professori sovente a contesa 3 e il Soccini che lusingavasi di non avere chi lo uguagliasse, non potea sofferire che il Rossi gli andasse in tutto del pari. Cominciò dunque a richiedere di aver almen 10 scudi di annuale stipendio sopra il suo rivale e perchè si avvide che gli si davan parole, e udì anzi rinfacciarsi che non sarebbero a Padova mancati altri dottori, egli segretamente venne a trattato co’ Bolognesi, e ottenuta ch ebbene la promessa di 1 200 scudi di stipendio, e di altri 200 pel viaggio, rinnovò le istanze alla Repubblica per un più ampio stipendio, e avutane la consueta risposta, andossene a Bologna nel 1542, ed ivi continuò a vivere e ad insegnare fino alla morte, benchè il duca Cosimo gli offerisse 1500 scudi per averlo a Pisa, e 3000 il re di Portogallo per condurlo a Coimbra, e 2000 la Repubblica di Ragusa, perchè colà si recasse a stendere un codice di leggi municipali, e i Veneziani di nuovo ed Ercole II duca di Ferrara gli facessero le più generose proferte. Morì nel 1556, e vuolsi che colla sua incontinenza ei si affrettasse la morte. Gli scolari tedeschi ch’ egli avea in Bologna, in segno della loro stima il